Serie di blog collegati fra loro - vedi sulla sinistra - che mostrano e raccontano qualcosa di tutto quello che vado conoscendo viaggiando per il Perù dove ho deciso di vivere. E dedico questi miei blog a José María Arguedas.

16 set 2014

DUE PAROLE


Per andare sull'isola di Anapia ci sono due modi: o con un motoscafo contrattato come tassì, o muoversi con il loro traghetto che lavora soltanto di domenica e di giovedì. Era domenica e mi trovavo a Yunguyo (capitale provinciale), in un negozio alimentari dove incontrare il signor José - ieri responsabile del progetto turismo e della biblioteca, ed oggi Sindaco del paesino - che m'ha poi guidato fino alle due casine di Punta Hermosa da dove imbarcarci verso Anapia. Non ricordo quanto tempo c'abbiamo messo, ma questo non importa perché per me era tutto nuovo. Così, dopo esser passati davanti a qualche isolotto riconosciuto boliviano (là sono tutti della stessa razza aymara), siamo giunti al porto di Anapia dove sono state scaricate tante casse dal traghetto ''portaviveri''. M'aspettavano un gran silenzio e un'aria pura! Essendo i primi giorni di gennaio eravamo all'inizio della stagione delle piogge: periodo composto anche da temporali, ma non troppo freddo di notte purché trovandoci a 3910 metri. Oltre ai suoi abitanti, ad Anapia eravamo solo in due: una turista statunitense anti - Bush che rimase solo un paio di giorni, ed io che vi sono rimasto cinque giorni prendendo tutto con calma. I primi due dì furono dedicati alla biblioteca di cui numerare tutti i libri, ordinarli insieme al comitato della biblioteca, e conoscere diversi bambini ai quali distribuire più cose.

Compiuto con il mio impegno, mi sono messo a conoscere vari posti dell'arcipelago camminando dove mi portava il vento. Ho così visto da molto vicino qualche vigogna, raggiunto l'isola Ccaña insieme ad un pescatore, conosciuto alcune famiglie, e provato piatti gastronomici originali. All'inizio mi servivano da mangiare come se fossi un turista straniero (o della capitale peruviana), ma una volta detto loro che non gradivo esser trattato in quella maniera ci siamo seduti a tavola insieme.
Un altro ricordo che mi porto dietro sono alcuni fulmini visti su un cielo senza nuvole! 


Para llegar a la isla de Anapia hay dos maneras: o con una lancha contratada como un taxi, o moverse usando la balsa de los habitantes, y que funciona solo los domingos y los jueves. Era domingo y me encontraba en una tienda de abarrotes de Yunguyo (capital provincial) esperando al señor José - ayer responsable del proyecto Turismo con la biblioteca, y hoy Alcalde del pueblito - que luego me ha guiado hasta dos casitas de Punta Hermosa de donde embarcarnos hacia Anapia. No me acuerdo de la demora del viaje, pero esto no tiene importancia porque para mí era todo nuevo. Así que después haber pasado frente a unos islotes reconocidos bolivianos (en cualquier isla peruana o boliviana son todos de raza aymara) llegamos a Anapia donde de la balsa fueron bajados tantos cajones. ¡Me esperaban un gran silencio y un aire puro! Siendo los primeros días de enero nos encontrábamos en la estación de la lluvia: temporada armada por temporales también pero no demasiado fría, de noche, a pesar de estar a 3910 m.s.n.m. Además que a sus habitantes, en Anapia estábamos presentes solo en dos personas: una señora turista estadounidense y contra Bush que se quedó solo dos días, y yo que estuve ahí cinco días tomando todo con paciencia. Los primeros dos días los pasé adentro e la biblioteca numerando todos los libros, ordernándolos con la colaboración del comité de la biblioteca, y conociendo a diferentes niños a los cuales fueron repartidas más cosas.
Una vez cumplido mi compromiso me puse a conocer varios lugares del archipiélago caminando donde me llevaba el viento. Así que pude ver algunas vicuñas desde cerca, alcanzar la isla Ccaña llevado por un pescador, conocer unas familias, y probar comidas gastronómicas originales. El primer día me sirvieron que comer como si yo fuera un turista extranjero (o de la capital peruana), pero una vez dicho a ellos que no me gustaba ser servido de aquella manera fuimos sentándonos todos juntos a la mesa.
¡Otro recuerdo que llevo conmigo son los relámpagos que vi sobre un cielo sin nubes!  

Nessun commento: